I "Pisani più schietti" XX Edizione 7/12/19

"I Pisani più Schietti", un' incontro organizzato dalla FISAR per poter conoscere e degustare le eccellenze del territorio pisano.

 

Una commissione di esperti, ha degustato i vini di ben 40 aziende pisane seguendo i dettami della scheda ufficiale della FISAR con lo scopo di creare un qualcosa che potrà unire i protagonisti di questo territorio, con l'obbiettivo di far conoscere le nostre "chicche enologiche".

Io ho partecipato alla degustazione guidata della storia dei Pisani più Schietti, dove è stata raccontata l'evoluzione della produzione vitivinicola pisana, condita con la partecipazione delle aziende, le quali hanno portato in degustazione due loro annate, una più recente e una più storica, in più ci son stati interventi di esperti come professori, enologi e sommelier, creando un esperienza completa e interessantissima.



Ora vi illustro che cosa ho avuto il piacere di assaggiare...
  1. Fattoria Fibbiano- Terricciola- : 75 ha bio immersi nelle colline pisane, dove l'esposizione ottimale, il clima e le caratteristiche del terreno ricco di sedimenti marini consentono di produrre un vino il più genuino possibile. 
Vini in assaggio: - "Ceppatella 2015 e Ceppatella 2011":un Sangiovese in purezza, che trascorre 3 anni in botte di Slovenia, entrambi ricchi di acidità e sapidità, il 2015 ancora di più, ha una minerali "disarmante", il 2011, anche a distanza di tempo, mantiene un naso floreale e armonico che mi ha colpita. 

2. Fattoria Varramista- Montopoli Val d'Arno: la coltivazione della vite con il tempo ha portato alla luce due varietà, che hanno avuto il primato rispetto le altre, il Sangiovese e il Syrah, il protagonista dell'azienda; qui la superficie del vigneto è contenuta per la dedizione alla singola pianta. 

Vini in assaggio: - " Varramista 2013 e Varramista 2001": il 2013 è un 100% Syrah, un vino che fa subito dedurre che il suo margine di vita è assai lungo, uno speziato e una selvaggina evidente, fa alcolica in acciaio e malolattica in barrique per poi concludere il suo percorso i bottiglia per 5 anni. Il 2001 è rappresentato da un 80% di Sangiovese e da un 20% di Syrah, è sorprendente come questo vino sia morbido ed elegante a distanza di anni, ha un buon naso balsamico e un'armonia eccellente.

3. Tenuta Pakravan-Papi- Riparbella: un azienda che sorge su un terroir che con il tempo ha scoperto la sua tendenza bordolese, culla del Cabernet; presenta due tipi di suoli diversi, dove son presente le argille miste a palombini troviamo il Sangiovese, mentre sugli acciottolati di origine effusiva troviamo i vitigni internazionali. 

Vini in assaggio: " Cancellaia 2010 e 2005": il 2010 è rappresentato dai due Cabernet, e presenta un naso classico di chi lo compone, un vegetale elegante, mentre il 2005 è dato dall'unione dei due Cabernet a cui si aggiunge il Merlot, qui invece predomina lo speziato. Il 2005 presenta il Merlot per una mancanza di omogeneità.  


4. Azienda le Palaie-Peccioli: culla di selezionatissimi Merlot, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Sangiovese, Alicante, Viognier, i quali risiedono nelle dolci colline pisane, dove trovano la loro espressione. 

Vini in assaggio: "Sagrestano 2015 e 2013": un 50% Alicante e un 50% Sangiovese, nel 2013 l'alitante è meno predominante, nel 2015 si sente maggiormente, come se prendesse un pò "gallo" nei confronti del suo compagno Sangiovese. Hanno entrambi una buona acidità e struttura.


5. Fattoria Uccelliera- Crespina-Lorenzana: un azienda nata e cresciuta con una passione naturale per la terra e l'ambiente circostante, un legame che unisce una famiglia la quale con amore crea dei prodotti unici del nostro territorio.

Vini in assaggio: "Castellaccio 2007": un Cabernet Sauvignon al 40% sposato con un Sangiovese. L'annata calda del 2007 si risente un pò in questo vino, dove emerge la frutta matura e un naso di pietra focaia, un minerale tipico del Cabernet.

6. Azienda Gimonda- Terricciola: una piccola realtà nella quale troviamo i vitigni tradizionali, come il Sangiovese, il Colorino, la Colombana, il Canaiolo e il Trebbiano che danno vita a vini personalizzati, " vini che piacciono a me", così si può riassumere simpaticamente la visione del titolare. 

Vini in assaggio: Buscheto Vignavecchia 2003: un Chianti delle colline pisane, è un vino particolare appunto, si presenta con una colorazione che va sull'aranciato, un pò torbido, con un margine di vita breve, al naso è molto caramellato con note di cacao, presenta un acidità marcata. 

7. Azienda Podere la Chiesa- Terricciola: un'azienda biologica  che nasce in una sorta di anfiteatro collinare, caratterizzata da un architettura molto suggestiva, che unisce la natura e la cultura, nata dalla passione e dalla dedizione. 

Vini in assaggio: Sabiniano 2008, connubio di uve Merlot,Sangiovese e Cabernet Sauvignon, ha una  freschezza e una complessità tutte sue, buona acidità e un naso affumicato. Il tannino anche dopo 11 anni si presenta morbido ed elegante. 

8. Azienda Colline di Sopra- Montescudaio: un azienda a stampo svizzero,
biologica, che punta alla sostenibilità attraverso la raccolta delle acque piovane e producendo energia alternativa, ottimizzando il processo di produzione. 

Vini in assaggio: Larà 2013, Merlot e Syrah, un naso speziato e una frutta matura, morbido ed elegante. Segue alcolica in acciaio e malolattica in barriques per un anno. 


9. Azienda Beconcini- San Miniato: azienda che si colloca nel mezzo tra l'innovazione e la tradizione, il rispetto del passato e la ricerca di migliorarsi aprendosi a nuove conoscenze. Essa ha storici vigneti che si snodano sulla via Francigena, i quali danno vita a vini rossi e vin santi.

Vini in assaggio: Reciso 2015, un Sangiovese in purezza, un vino che fa parte della tradizione, il rappresentante dell'azienda, il primo vino progettato, il 2015 si presenta con una buona struttura e una spiccata acidità con un tannino morbido, finale amarognolo che ricorda un pò il cacao amaro.




Questi sono le piccole perle che ho assaggiato in questa interessante degustazione, e termino il mio post dicendo che il territorio pisano presenta delle enormi potenzialità, che andrebbero valorizzate e coltivate con il tempo, l'unico punto a sfavore a mio parere è che siamo talvolta più concentrati a vedere cosa sta facendo il nostro vicino rispetto a dire " beh, uniamoci e vediamo che succede se creiamo un qualcosa di collettivo"; l'individualità c'è, ha un grande carattere, se si unisse il singolo " prestigio" si creerebbe un qualcosa di forte e di Riconoscibile, un qualcosa che risuonerebbe all'orecchio, di cui si sentirebbe parlare, cosa che succede, ma a prescindere dal detto " l'unione fa la forza", qui un pò questo concetto potrebbe valere davvero.


Visto che la voce non ci manca e la natura è dalla nostra parte, che cosa ci frena?

La vostra WineBlogger 
Greta Orsolini 







Commenti

Post più popolari